domenica 22 febbraio 2015

ABUSO SESSUALE INTRAFAMILIARE


Spesso il luogo principale di amore, protezione, sicurezza, fiducia, cura, affetto, può diventare il luogo di odio, violenza, rabbia, paura, tradimento, abbandono, trascuratezza: la FAMIGLIA.  Sono ormai frequenti e numerosi gli abusi consumati in famiglia in cui è possibile distinguere: il maltrattamento (fisico e psicologico); le patologie delle cure (caratterizzate dall’inadeguatezza delle cure) e casi di abuso sessuale che provoca conseguenze negative sulla salute psicofisica-relazionale del bambino, sulla sua sicurezza, sul suo equilibrio emotivo, sulla sua crescita cognitiva e sessuo-affettiva. Nell’abuso sessuale si possono distinguere tre categorie: abuso sessuale manifesto, abuso sessuale mascherato e pseudo-abuso. 

Purtroppo la percentuale più alta (circa il 90%) è rappresentata dagli abusi sessuali intrafamiliari: l’ INCESTO. Vari sono i tipi di incesto: incesto tra padre-figlia (che è il più frequente), incesto padre-figlio, incesto madre-figlio, incesto madre-figlia, incesto commesso dal familiare.



Kempe afferma con abuso sessuale sui minori: "il coinvolgimento di bambini e adolescenti, soggetti quindi immaturi e dipendenti, in attività sessuali che essi non comprendono ancora completamente, alle quali non sono in grado di acconsentire con totale consapevolezza o che sono tali da violare tabù vigenti nella società circa i ruoli familiari".

Subire un maltrattamento fisico o un abuso sessuale, soprattutto nel contesto intrafamiliare, provoca nel bambino, ancora indifeso e immaturo sia emotivamente che cognitivamente, conseguenze molto gravi, spesso permanenti e irreversibili, causando gravi danni non solo fisici, ma soprattutto psicologici. Gli effetti a lungo termine sullo stato psicologico delle vittime si manifestano con disturbi nella sfera affettiva e della personalità, disturbi della vita sessuale, disturbi psicosomatici, disturbi dell’adattamento e della vita relazionale.
E' importante comprendere e “svelare” i giochi familiari tipici delle famiglie abusanti e incestuose, ricostruire e capire le dinamiche interattive che caratterizzano tali famiglie “patologiche”. E' necessario analizzare la struttura familiare attraverso un approccio sistemico-relazionale, che dà più considerazione alla configurazione triangolare dei rapporti, per cui viene superata la visione della diade vittima/persecutore, ma viene data importanza, per quanto riguarda la dinamica dell’abuso, alla triade di attori (persecutore, vittima e osservatore). Questo è indispensabile per attuare una diagnosi familiare e arrivare così al cosiddetto “disvelamento del gioco”, cioè all’esplicitazione del gioco e delle dinamiche incestuose. Tutto ciò è molto importante per poter così avviare il più presto possibile percorsi di prevenzione, attraverso la stretta collaborazione tra operatori socio-sanitari e giudiziari, attuando prima di tutto la denuncia di abuso sessuale (prevenzione primaria), un intervento di tutela della vittima (prevenzione secondaria) e un procedimento penale nei confronti del presunto colpevole. Una volta che la magistratura si è occupata dell’accertamento dei fatti e della condanna e il Tribunale dei minori ha garantito la protezione del minore da ulteriori abusi, i servizi socio-sanitari cercano di fornire un sostegno psicologico, attuando veri e propri  percorsi di intervento terapeutico (prevenzione terziaria): terapia familiare, terapia dell’adulto protettivo, l’intervento sui fratelli del minore sessualmente abusato, terapia dell’abusante e terapia individuale della vittima di abuso sessuale.

Solo attraverso la stretta collaborazione di diverse figure professionali, che riescono tempestivamente ad avere la sensibilità e l’attitudine a prevedere una situazione di abuso, è possibile innanzitutto alleviare i dolori fisici e psicologici che il maltrattamento o l’abuso sessuale hanno provocato al bambino e quindi garantire uno sviluppo successivo adeguato e una vita futura migliore sul piano emotivo, cognitivo, sociale e relazionale.