giovedì 27 novembre 2014

MOVIMENTO CREATIVO



La mia professione mi dà quotidianamente la possibilità di sperimentare quello che è il Movimento Creativo e con questo post vorrei darne una definizione se non ottimale, ma per lo meno comprensibile e (perché no) magari indurre in voi che state leggendo la curiosità di sperimentare direttamente questa esperienza. Non è così facile e scontato spiegare a parole cosa sia, poiché non si tratta di qualcosa di statico e concreto, ma di un PROCESSO attivo e dinamico, che quindi si contrappone ad uno stato stabile, immutabile e invariabile. Solitamente quando cerco di esprimere a parole un concetto complesso come questo, provo a buttare giù le prime parole che mi vengono in mente, che meglio si associno a quel concetto e quando penso a cosa sia il Movimento Creativo penso a un gesto, una danza, un respiro, un' azione, uno spostamento, un viaggio, un cammino..penso quindi a qualcosa che si crea, si genera e si trasforma.
Ma quando il movimento diventa CREATIVO?
Quando il movimento ci permette di dare e di darsi, di sentire e di sentirsi, di guardare e di guardarsi...quando ci permette di fare esperienza con il nostro SE', di conoscere il ME e l' ALTRO DIVERSO DAL ME in un'azione comune, reciproca e condivisa...quando ci permette di esplorare nuovi modi di fare e NUOVI MODI DI ESSERE NEL MONDO, nello spazio, nel qui ed ora...quando ci permette di osservare, capire e sperimentare il cambiamento, un CAMBIAMENTO COSTRUTTIVO, INTROSPETTIVO e INTIMO...
Il movimento creativo è voglia di scoperta e ri-scoperta, è ricerca incessante, è stupore, sorpresa, meraviglia, è follia...è un processo irrazionale ma consapevole capace di creare un equilibrio e un' armonia interiore, o meglio un' armonizzazione danzante.
Il Movimento Creativo è insita nell'entità corporea, è quindi una DANZA DEL CORPO, una danza dei sensi..ovvero la DANZA DELLE EMOZIONI! E quale movimento più bello e armonico, quale danza più pura e autentica se non la DANZA DELLA VITA?



"Vivendo in modo creativo ci si rende conto del fatto che ogni cosa che facciamo aumenta
 il senso di essere vivi, di essere noi stessi, insostituibili e unici." 
(Donald W.Winnicott)



mercoledì 5 novembre 2014

Cos'è la Dislessia



La Dislessia, insieme alla Disgrafia e Discalculia, è un Disturbo Specifico dell' Apprendimento (DSA).
La Dislessia è caratterizzata dalla difficoltà di leggere in maniera corrente e fluente e questo disturbo non è caratterizzato da un deficit dell' intelligenza, nè da problemi socio-ambientali e psicologici, nè tanto meno da deficit sensoriali e neurologici. La dislessia si manifesta principalmente in età prescolare e spesso in comorbidità con gli altri disturbi del DSA.
Il bambino dislessico si contraddistingue per:
- una lettura scorretta (inversione o sostituzione di lettere e numeri)
- una lettura molto lenta
- una confusione dei rapporti spazio-temporali (ad esempio destra e sinistra, ieri e domani)
- uno sviluppo linguistico atipico (in produzione e in comprensione)
- scarso vocabolario
- una difficoltà ad esprimere verbalmente quello che pensa
Tutti questi fattori, oltre che incidere negativamente sulla comprensione del testo specifico, creano vari problemi psicologici nel bambino, demotivazione, scarsa autostima, frustrazione, scarso rendimento e adattamento scolastico e per le attività quotidiane.
E' opportuno che genitori e insegnanti sappiano rilevare i primi sintomi già in età prescolare e in seguito consultare eventualmente strutture e specialisti competenti (psicologi, logopedisti...) che facciano una precisa valutazione diagnostica, attraverso il colloquio clinico e la somministrazione di specifici test. Dopo l' esito diagnostico si possono mettere in atto aiuti specifici e tecniche di riabilitazione, con relativi provvedimenti di modifica nella didattica (didattica individualizzata), che vada incontro alle personali esigenze e problematiche del bambino nell' apprendimento. E' importante quindi che insegnanti e genitori abbiamo gli strumenti e le capacità idonee per rilevare e rivelare questi disturbi nel bambino, poichè la prevenzione primaria e la diagnosi precoce garantiscono una prognosi positiva e soprattutto efficace.